Per capire le "intolleranze alimentari" è fondamentale prima di tutto definire cosa sono queste reazioni avverse al cibo mediate da IgG.
Questo termine si riferisce a qualsiasi sintomatologia che si manifesta dopo aver mangiato un alimento. Sotto questa etichetta rientrano diverse tipologie di reazioni, distinte dai loro meccanismi d'azione.
Viene proposta una classificazione che divide le reazioni avverse al cibo in 2 categorie principali: tossiche e non tossiche.
Le reazioni tossiche sono quelle causate dall'ingestione di alimenti contaminati da batteri o dalle loro tossine, come nelle comuni tossinfezioni alimentari.
Le reazioni non tossiche, invece, si suddividono ulteriormente in immunomediate e non immunomediate.
Le IgG sono gli anticorpi più abbondanti nel nostro organismo. La loro funzione primaria è quella di proteggere l'organismo dalle infezioni. Tuttavia, studi recenti hanno evidenziato che negli adulti, la presenza di anticorpi IgG può indicare un precedente contatto immunologico con il cibo. In alcuni studi si è visto che livelli elevati di IgG totali verso specifici alimenti suggeriscono un consumo eccessivo di questi ultimi. Ma le IgG sono coinvolte anche nella regolazione delle reazioni allergiche. Di conseguenza, valutare, attraverso test specifici, quali proteine alimentari stanno innescando un processo infiammatorio è cruciale per impostare una strategia nutrizionale mirata a ridurre i segnali di infiammazione cronica che spesso causano disturbi difficili da identificare.
Cosa succede in caso di ridotta funzionalità della barriera intestinale? In una condizione di permeabilità intestinale alterata, i processi digestivi continuano, ma può accadere che cibi non ancora completamente processati dagli enzimi intestinali passino attraverso le giunzioni serrate e raggiungano il circolo sanguigno. Una volta in circolo vengono riconosciuti come "estranei" dal sistema immunitario, che produce anticorpi IgG specifici. Questi anticorpi si legano all'antigene formando un immunocomplesso, innescando una risposta immunitaria. Normalmente, piccole quantità di immunocomplessi si formano continuamente e vengono gestiti dal sistema immunitario senza problemi. Tuttavia, se si sviluppa una risposta anticorpale vigorosa verso un antigene gli immunocomplessi circolanti possono aumentare drasticamente, superando la soglia di tolleranza e portando a reazioni infiammatorie croniche che possono danneggiare i tessuti circostanti e causare sintomi specifici. Il nostro test di laboratorio si basa proprio sul dosaggio di questi anticorpi, ritenendo appunto che vi sia una stretta correlazione fra quantità-effetto. Ci sono diversi check-up fra i quali si può scegliere (li trovi nella pagina dedicata al test) e la scelta generalmente ricade sul pacchetto che piu’ rispecchia le proprie abitudini alimentari. Ed una volta eseguito il test cosa si deve fare?
Trattamento delle "Intolleranze Alimentari": L'Importanza dell'Eliminazione e Reintroduzione
L'unico approccio efficace per migliorare e risolvere le "intolleranze alimentari" prevede una strategia nutrizionale mirata. In una prima fase, si mira a desensibilizzare l'organismo dalle sostanze che causano la reazione, e successivamente a ripristinare una corretta tolleranza. Un percorso terapeutico adeguato può essere suddiviso in quattro fasi: le prime due prevedono l'eliminazione degli alimenti problematici, mentre le successive due la loro reintroduzione.
Nelle prime due fasi, definite di remissione e adattamento, l'eliminazione delle sostanze incriminate porta a una rapida riduzione dei sintomi e del titolo anticorpale. Molto probabilmente, questa diminuzione della sintomatologia è dovuta all'attenuazione dello stimolo infiammatorio. In queste fasi, parallelamente all'eliminazione dalla dieta, è consigliabile intervenire anche a livello intestinale per migliorare l'equilibrio della flora batterica e correggere l'eventuale permeabilità intestinale. La seconda parte del trattamento, che comprende le fasi di svezzamento e mantenimento, è molto delicata, poiché prevede la reintroduzione graduale degli alimenti precedentemente eliminati, seguendo uno schema ben preciso. La reintroduzione deve essere estremamente progressiva, mimando le tecniche di svezzamento usate in età pediatrica. Si inizierà con dosi e frequenze settimanali molto basse, aumentandole gradualmente settimana dopo settimana.
Conoscere le proprie intolleranze alimentari è già un passo in avanti verso la loro risoluzione; con un percorso mirato, puntuale e preciso infatti si può arrivare ad una “guarigione” completa e duratura nel tempo.
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